Composizione negoziata della crisi: cos’è e come si accede
Dalla crisi del 2008 alla b, passando per conflitto russo ucraino e prezzi delle materie prime alle stelle. Insomma, chi fa impresa in Italia non se la sta passando alquanto bene.
Questo anche perché la crisi fiscale d’impresa imperversa sempre più e, ad oggi, si stima che siano in reale difficoltà il 29,3% delle imprese. Di queste, la metà addirittura a rischio fallimento.
Dinanzi questa situazione, le risposte dal Fisco sono arrivate e, aggiornate giusto un anno fa, hanno presentato agli imprenditori un carnet di soluzioni complesso ma validissimo contenute nel nuovissimo Codice della Crisi e dell’Insolvenza.
Questo strumento, una volta impugnato il debito, attraverso diversi istituti permette un abbattimento del debito finanche dell’80% con la possibilità di pagare il restante 20% in 4 o 5 anni.
In questo articolo andiamo a trattare la composizione negoziata, ideale per aziende con situazione debitoria maggiore di 500mila euro.
La Composizione negoziata della crisi, prevista nel Codice della Crisi e dell’insolvenza, consente all’imprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, di perseguire il risanamento dell’impresa con il supporto di un esperto indipendente, che agevoli le trattative con i creditori e altri soggetti interessati.
Composizione negoziata della crisi: chi può accedere?
L’istituto della Composizione negoziata della crisi è una opportunità fruibile dagli imprenditori commerciali e agricoli che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico finanziario che ne rendono probabile la crisi o l’insolvenza.
Come riporta la Gazzetta Ufficiale, l’imprenditore “può chiedere […] la nomina di un esperto indipendente quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa”.
Importante, quindi, rivolgersi a professionisti specializzati in caso di crisi fiscale d’impresa.
Composizione negoziata della crisi: come funziona?
Si può accedere alla composizione negoziata depositando un apposita istanza tramite la Piattaforma telematica istituita tramite la Camera di Commercio, territorialmente competente.
Il procedimento, prevede i seguenti passaggi:
- Apertura Istanza
- Accesso con identità digitale;
- Nomina Soggetto idoneo “Esperto” da parte della Camera di Commercio e dalla Commissione
- Accettazione dell’ Incarico da parte dell’Esperto
- Conduzione trattative: l’Impresa e l’Esperto a confronto, con tutte le altre parti coinvolte nella procedura.
La piattaforma consente anche all’imprenditore di effettuare il c.d. “test pratico” preliminare con il quale si consente di verificare la ragionevole perseguibilità del risanamento.
Composizione negoziata della crisi: quali sono i documenti da allegare all’istanza?
Fondamentale, nel caso di una proposta di adesione allo strumento, è la consegna di un’adeguata documentazione che deve essere necessariamente accompagnata da una strategia d’impostazione chiara.
Il professionista, infatti, allo scopo di ottenere il miglior risultato deve acquisire la documentazione e, caso per caso, impostare la strategia atta ad ottenere lo sconto massimo sul debito fiscale e non.
Ad ogni modo, fondamentali come documenti sono la descrizione dell’impresa, dell’attività in concreto esercitata e del suo modello di business, la tipologia delle difficoltà economico-finanziarie e patrimoniali; gli ultimi tre bilanci se non già depositati presso il registro delle imprese, oppure per gli imprenditori non soggetti all’obbligo di deposito del bilancio, le dichiarazioni dei redditi ed IVA dei precedenti tre periodi d’imposta; una situazione patrimoniale e finanziaria aggiornata a non oltre sessanta giorni anteriori; il progetto di piano di risanamento ovvero la rappresentazione del percorso di ristrutturazione che l’impresa intende intraprendere.
Il piano deve essere redatto secondo le indicazioni contenute nella lista di controllo (check list) di cui all’art. 13 comma 2 del Codice della crisi e dell’insolvenza (Sezione II del decreto dirigenziale 28 settembre 2021 del Ministero della Giustizia).
In particolare il piano deve rappresentare: l’ambito organizzativo dell’impresa, la rilevazione della situazione contabile e dell’andamento corrente, le strategie di intervento, le proiezioni dei flussi finanziari e il risanamento del debito:
- L’elenco dei creditori, precisando l’ammontare dei crediti scaduti e a scadere, preferibilmente con separata indicazione di dipendenti, fornitori, banche, erario ed enti previdenziali, con l’indicazione dei relativi diritti reali e personali di garanzia
- una autodichiarazione degli eventuali ricorsi pendenti per la dichiarazione di fallimento o per l’accertamento dello stato di insolvenza;
- il certificato unico dei debiti tributari ai sensi dell’art. 364 del d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14;
- la situazione debitoria complessiva richiesta all’Agenzia Entrate Riscossioni con Modello RD1;
- il certificato dei debiti contributivi e per premi assicurativi di cui all’art. 363 del d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14;
- l’estratto delle informazioni presenti nell’archivio della Centrale dei Rischi della Banca d’Italia non anteriore di 3 mesi
Composizione negoziata della crisi e non solo: risolvere con il fisco si può
Come anticipato in apertura di articolo, grazie al nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza le soluzioni a situazioni debitorie maggiore di 500mila euro ci sono e sono molteplici. Spesso si tratta di un percorso che parte dall’impugnazione delle cartelle esattoriali e porta all’abbattimento del debito fiscale e non, anche dell’80%. Alcuni di questi strumenti, oltre a quello già affrontato in questo articolo, sono validissimi anche per i liberi professionisti.