L’Avvocato Antonio Tripodi, della CFI – Garanti dell’Imprenditore, analizza il caso risolto di una grossa società per azioni friulana, operante nel settore della coibentazione degli impianti di riscaldamento e di ventilazione. Una realtà molto importante, con un grosso capitale sociale, numerosi dipendenti e decine di soci. Il debito riscontrato era davvero consistente, ma a prescindere dalla cifra quello che incide davvero in questi casi è la sfera emotiva. Il cliente era veramente preoccupato di non riuscire a fronteggiare il debito, ma quello che lo spaventava di più in assoluto erano le ripercussioni che avrebbero avuto l’azienda e i suoi dipendenti.
La maggior parte degli imprenditori crede che la loro situazione non possa essere in alcun modo risolvibile, che non esista una soluzione, e troppo spesso vengono da noi ormai rassegnati. Il messaggio che cerchiamo di mandare con questa rubrica è forte e chiaro: risolvere è davvero possibile, e spesso, come in questo caso, la soluzione è più semplice di quello che si possa pensare.
Sono tanti i vizi per cui gli imprenditori possono appellarsi per impugnare il proprio debito, e in questo caso l’errore stava proprio alla base, ovvero la notifica della cartella esattoriale è stata effettuata tramite fotocopia, una modalità non consentita dalla normativa. Il fatto di aver ricevuto una cartella esattoriale tramite Posta Elettronica Certificata non basta per poter dire che quella notifica sia stata fatta nel modo corretto, e infatti la Commissione Tributaria di Pordenone ha dato ragione al nostro cliente. Ecco perché è importante verificare sempre la tua situazione debitoria.