Qualora sorgano sospetti di incongruenza tra i redditi dichiarati e il tuo tenore di vita, il Fisco potrebbe “spiarti” attraverso i social. Un modo per raccogliere le prove della tua presunta “malafede” fiscale che sta prendendo piede anche in Italia.
L’utilizzo dei social è già prassi consolidata in molti paesi, a partire dalla vicina Francia. E oggi il pericolo di un “Grande Fratello Fiscale” si fa sempre più pressante anche nel nostro paese. Guerra aperta, quindi, ai profili social, da Facebook a Instagram.
A tal proposito, esiste una circolare della Guardia di Finanza (la n.1/2018 del 2017) in cui viene specificata la possibilità di usare i social per “acquisire ogni utile elemento di conoscenza sul contribuente da sottoporre a controllo e sull’attività da questi esercitata”.
Ma, con le armi della Legge, puoi continuare a difenderti. Sono tantissimi i vizi di procedura e di notifica contenuti negli atti emessi dal Fisco. E, “nero su bianco”, annullano cartelle esattoriali, ipoteche, pignoramenti, intimazioni di pagamento, ecc.
Parliamo di errori che, fino a prova contraria prodotta dall’ente riscossore, mettono in discussione l’atto. E, ogni giorno, si susseguono sentenze di annullamento emesse dai Giudici di tutta Italia.
Lo sanno bene i nostri avvocati, presenti in 125 fori su tutto il territorio nazionale. Nel solo 2019 abbiamo aiutato a risolvere oltre 1000 imprenditori e professionisti in difficoltà con ex Equitalia. Il prossimo puoi essere tu!