Scadenza prima rata Rottamazione quater: cosa può aspettarsi chi non ha aderito (o è stato escluso)?

articolo a cura di:
Giovanni Perilli
Giovanni Perilli

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Scadenza della prima rata

Scadenza della prima rata alle porte per la Rottamazione Quater. Cosa può aspettarsi chi non ha aderito?

Il 31 ottobre è quasi alle porte! La deadline per il versamento dell’unica o prima rata della Rottamazione quater per i soggetti che vi hanno aderito è vicinissima.

Per chi ha optato per il pagamento in un’unica soluzione, quest’ultimo dovrà essere versato entro il 31 ottobre, mentre per coloro che hanno scelto la dilazione e che in questi giorni stanno ricevendo il piano di ammortamento con i relativi bollettini, dovranno essere pronti a versare il 10% del debito rottamato.

Invece per chi non ha aderito alla Rottamazione Quater cosa può aspettarsi?

Per i contribuenti che hanno deciso di non aderire, il debito rimarrà invariato, comprensivo di tutte le sanzioni, gli interessi e gli oneri di riscossione maturati nel tempo.

L’Agente della Riscossione potrà avviare tutte le attività necessarie per recuperare gli importi, a partire dalla notifica dell’intimazione di pagamento che apre le danze alle successive azioni cautelari ed esecutive.

Scadenza della prima rata, cosa accade se non paghi

Decorsi i 5 giorni dalla notifica dell’intimazione di pagamento, Agenzia delle Entrate Riscossione potrà procedere con il pignoramento dei conti correnti o con il pignoramento dello stipendio o degli importi dovuti da un cliente o potrà informarti con una comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria o un preavviso di fermo amministrativo, che avrai altri 30 giorni per provvedere al pagamento del debito, magari mediante rateazione, pena l’iscrizione ipotecaria sul tuo immobile o il fermo amministrativo del tuo veicolo.

La ricezione di uno degli atti sopra elencati può rappresentare una valida opportunità per verificare il tuo debito e contestarlo in giudizio.

Spesso gli atti notificati da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione sono affetti da vizi che ne comportano la nullità, annullando di conseguenza anche il debito fiscale,

Rivolgiti a dei professionisti esperti e trasforma la paura in opportunità!

Se hai un Debito, scegli la strategia vincente per uscirne 

Portarsi dietro un debito fiscale rappresenta una zavorra per la tua impresa e mette a rischio anche il tuo patrimonio personale. 

Oggi tornare a essere un imprenditore libero si può. Secondo il report 2022 del Ministero dell’economia e delle Finanze 1 volta su 2 il contribuente batte il fisco in giudizio. Si riesce così a ridurre, fino a eliminare, il proprio debito con il fisco. 

Affidarsi a un professionista esperto in contenzioso tributario o per rottamare il proprio Debito, si rivela uno strumento efficace e risolutivo.

E nel caso di una crisi aziendale, ricorda che oggi hai a disposizione molti strumenti giuridici, da poco rinnovati e modificati, che a seguito dell’impugnazione del debito, quando maggiore di 100, 200 o 500mila euro, consentiranno di gettarti la paura alle spalle e ripartire con rinnovato slancio. 

Il concordato preventivo (approfondisci qui questo aspetto) o ancor meglio gli accordi di ristrutturazione del debito con transazione fiscale – istituti non nuovi, ma oggi aggiornati e resi molto più favorevoli per l’imprenditore che li utilizza in caso di crisi d’impresa – sono il vero saldo e stralcio per le aziende perché possono ridurre il debito fino all’80% pagando il restante 20% in quattro i cinque anni. 

CFI – Crisi Fiscale d’Impresa mette a disposizione il suo team di esperti proprio per aiutarti a trovare la miglior strategia per ottenere il massimo risultato. 

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