Rinviare seconda rata rottamazione e rimodulare scadenze – l’appello di Carlo Carmine ad Ansa.it

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Giovanni Perilli
Giovanni Perilli

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Rinviare seconda rata rottamazione

“Rinviare seconda rata rottamazione e rimodulare scadenze”

Nuovo intervento di Carlo Carmine e Simone Forte ad Ansa.it. I founder di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa sono intervenuti sull’argomento “Rate Rottamazione Quater” dando eco all’appello del presidente del Cesfi (Centro Studi sulla Fiscalità Internazionale), Ezio Stellato.

Quest’ultimo, sullo slittamento della seconda rata (30 novembre 2023) al 31 gennaio 2024, ha affermato “va assolutamente ascoltato per evitare che la rottamazione quater, dopo un inizio promettente, possa rischiare l’insuccesso e per garantire un futuro più stabile ai contribuenti italiani”.

Ad affermarlo è lo studio milanese CFI – Crisi Fiscale d’Impresa che chiede alcune modifiche al provvedimento, “per garantire una adesione ai prossimi pagamenti compatibile con le possibilità dei contribuenti e con il difficile quadro economico”.

“Oltre alla proroga della seconda rata è necessaria una divisione della seconda rata – sostengono Simone Forte e Carlo Carmine di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa attualmente fissata al 10%, che dovrebbe essere suddivisa in due pagamenti del 5% ciascuno. Così si alleggerirebbe notevolmente il carico finanziario immediato per i contribuenti”.

Questo dovrebbe comportare di conseguenza uno slittamento del calendario per evitare accavallamenti di pagamenti fissando un intervallo di 90 giorni tra le rate“.

Infine, conclude CFI, sarebbe auspicabile “mantenendo lo stesso importo totale nel trimestre, un calendario basato su rate mensili, anziché trimestrali, offrendo così ai contribuenti una maggiore flessibilità. Questo consentirebbe una più facile gestione degli impegni finanziari, distribuendo il carico in modo più equilibrato nel tempo“.

Rinviare seconda rata rottamazione e risolvere il debito fiscale

Per Carlo Carmine: “Dinanzi un debito fiscale oggi è fondamentale puntare a risolverlo. Per farlo è opportuno iniziare da una verifica delle singole cartelle con successiva impugnazione. Di qui, grazie al nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza, per debiti maggiori di 2-300 mila euro è possibile ottenerne l’abbattimento del 70-80%, pagando il restante 20-30% in almeno 4-5 anni.

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