Pignoramento presso terzi, il Giudice “salva” l’imprenditrice in tempo di Covid
Il Pignoramento presso terzi può essere annullato, anche in un tempo di emergenza sanitaria ed economica come quello che stiamo vivendo.
A ben saperlo è un’imprenditrice ligure di nome Enrica che ha fatto una scelta saggia: gestire il proprio debito fiscale.
Certo che l’arrivo di un atto come il pignoramento presso terzi fa paura e a lei è accaduto poco prima dello scattare dell’emergenza.
Di lì a poco, però, ha deciso di vederci chiaro e gestire ogni aspetto della sua situazione fiscale.
“Il pignoramento che avevo era pesante per me, eppure al termine dell’incontro con i legali della CFI Garanti dell’Imprenditore, ho deciso di mettere mano al mio debito fiscale. Quello che fa paura a noi imprenditori, o meglio, quello che meno sappiamo fare, è chiudere il cerchio e gestire le nostre situazioni. Si finisce, infatti, sempre con l’aspettare fino a quando poi ogni cosa diventa emergenza e difficile da affrontare”.
Pignoramento presso terzi: cos’è e quali sono i rischi
Il Pignoramento presso terzi rappresenta una espropriazione forzata che ha per oggetto beni mobili del debitore in possesso di terzo. Oggetto del pignoramento, inoltre possono essere anche i crediti del debitore nei confronti di terzi.
Proprio quest’ultimo ha interessato Enrica. Questo provvedimento, in linea di massima, comprende due distinte ipotesi:
- l’espropriazione di crediti vantati dal debitore nei confronti di terzi;
- l’espropriazione di beni mobili del debitore in possesso di un terzo e di cui il debitore esecutato non ha diretta disponibilità (ricorrerebbe altrimenti la diversa ipotesi dell’espropriazione mobiliare presso il debitore).
Inoltre, presuppone il coinvolgimento di tre parti: il creditore procedente, parte attiva in senso sostanziale e processuale; il debitore esecutato, parte passiva in senso sostanziale e processuale; il terzo pignorato (c.d. debitor debitoris), parte solo in senso processuale.
Come Enrica ha gestito il Pignoramento grazie ai legali CFI Garanti dell’Imprenditore
Torniamo al caso specifico di Enrica.
Una situazione davvero insostenibile per lei, già nel 2019 per una situazione che la vedeva compromessa dalla crisi e dalle difficoltà economiche che coinvolgevano anche il proprio compagno. Poi un anno di stop a causa delle chiusure causate dalla pandemia.
Si sentiva abbandonata da tutti. Non riusciva a pensare ad altro. Era preoccupata, non sapeva esattamente come affrontare da sola questa situazione in cui si era ritrovata. Per lei, l’arrivo dell’atto fu il culmine: non poteva reggere più questo peso e chiese il nostro aiuto.
“Per me il 2020 è stato complesso ma non ho mai perso la fiducia. Da un lato, infatti, c’erano il Governo che non ci aiutata e un debito che, seppur “messo in pausa”, mi faceva paura. Dall’altro però, in cuor mio sapevo che avviando la Gestione del mio debito, anche adendo le vie legali, avrei solo dovuto attendere la “fine di un incubo”. E così è stato e quando a inizio maggio 2021 ho visto la chiamata da CFI ho subito pensato al meglio. Sono sempre stata fiduciosa”.
Pignoramento presso terzi: a volte basta un dettaglio a renderlo nullo
“Dopo un accurato studio del suo caso – spiega il Team Legale di CFI dell’avvocato Simone Forte e del dottor Carlo Carmine – i nostri legali hanno individuato un elemento fondamentale per la difesa della contribuente. Un dettaglio per molti che poteva “salvare” Erika. Non era stato ottemperato il termine di 60 giorni (previsto dalla legge) all’ordine di pagamento diretto emesso da Agenzia Entrate Riscossione. Questo, per diretta applicazione normativa, rendeva inefficace il Pignoramento. Ma c’era di più: qualsiasi argomentazione del caso veniva assorbita da questa motivazione”.
Un dettaglio, quindi, che ha permesso a Enrica di liberarsi dalla morsa del Fisco.
La prima “montagna” insormontabile è stata scalata, ora non resta che affrontare la risoluzione dell’intera somma, ma ormai Enrica è rassicurata dal fatto che, con CFI, gestire e risolvere è davvero possibile.
“Ad oggi il mio debito fiscale, frutto di scelte passate, consigli a volte errati, è superiore a 100 mila euro. Mi spaventa, quello sì. Eppure potrei quasi parlare al passato perché dopo aver richiesto un estratto di ruolo su consiglio dell’avvocato Forte, ho scoperto che di disattenzioni dell’ex Equitalia ce ne sono tante. Adesso è tutto in mano a CFI e io, in vista della ripresa della “libertà” post Covid, posso dedicarmi a quello che amo: al mio lavoro senza preoccupazioni sul debito!”.
A volte è più facile rassegnarsi che reagire. Ma, avere il coraggio di difendersi, come fa fatto Enrica, può davvero fare la differenza e decretare la “sopravvivenza” di tante aziende.
La gestione di un debito fiscale, anche se elevato, può essere effettuata impostando specifiche strategie che, anche nell’immediato, riescono a dare “respiro” agli imprenditori.
Non esiste uno “standard” di azioni da compiere ma tutte devono essere definite solo dopo una chiara analisi specializzata delle singole posizioni.