Indagini sul conto corrente: anche le “uscite” possono trasformarsi in “entrate” frutto di presunta evasione!
Hai letto bene…non ti sembrerà vero ma è proprio così!
Nel caso in cui il Fisco dovesse mettere gli occhi sul tuo conto corrente potrà trasformare tutte le movimentazioni “in uscita” in redditi non dichiarati per assoggettarli a tassazione, applicando sanzioni e interessi.
In altri termini, non solo l’incasso ma anche la spesa sostenuta, ove non adeguatamente giustificata, legittima l’Agenzia delle Entrate a presumere che abbia generato un ricavo “non dichiarato” di almeno pari importo (art. 32 del D.P.R. n. 600/1973).
Ti faccio un esempio: se dal conto corrente risulta l’emissione di un assegno di euro 30.000,00 e tu, a distanza anche di cinque anni, non sei più in grado di giustificare tale “spesa”, il Fisco sottoporrà a tassazione tale importo come se fosse un ricavo “evaso”.
Se sei un imprenditore,quindi, presta massima attenzione non solo nel verificare che tutto quello che incassi sia “coperto” da adeguata fattura ma anche nel conservare ogni documento utile a giustificare la singola spesa.
Come immaginerai, infatti, per difenderti da tale invasiva tipologia di controllo sarà necessario avere tutte le carte in regola, oltre all’indispensabile ausilio di un professionista specializzato in materia.
Infine, volevo ricordarti che se sei un libero professionista la via d’uscita da tali contestazioni è, apparentemente, più semplice.
Infatti, la Corte Costituzionale, con la “storica” sentenza n. 228/2014, ha statuito che è “arbitrario ipotizzare che i prelievi ingiustificati da conti correnti bancari effettuati da un lavoratore autonomo siano destinati ad un investimento nell’ambito della propria attività professionale e che questo a sua volta sia produttivo di un reddito”.
Indagini conto corrente e cosa devi assolutamente sapere sulla crisi d’impresa
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