L’ipotesi di un condono fiscale è oggi sul tavolo del governo.
In un contesto complicatissimo, a causa del caro prezzi e di uno scenario internazionale ancora molto incerto e il nuovo premier Giorgia Meloni deve scegliere quali emergenze affrontare per prime.
La crisi energetica con l’aumento delle bollette è sicuramente la più urgente. Per farlo servono risorse, ed ecco che il maxi condono può diventare uno strumento attraverso il quale finanziare gli aiuti a famiglie e imprese.
Se da un lato, infatti, i debiti entro i 1000 euro nei confronti del Fisco potrebbero essere automaticamente cancellati, per gli importi da mille euro in su il governo spera di recuperare risorse da investire nella nuova manovra. Come? Attraverso una serie di incentivi a risolvere le posizioni debitorie.
Si annuncia così un provvedimento a tutto tondo che, partendo dai debiti più piccoli, mira a smaltire l’enorme magazzino dei crediti in mano ad Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia).
Ma potrebbe riguardare anche gli avvisi bonari di Agenzia delle Entrate con uno sconto del 5% sulle sanzioni applicate.
Dunque, l’unico condono fiscale vero e proprio sarà per debiti con il Fisco – ma non solo, anche multe, bollo auto e tributi locali – che hanno generato cartelle fino a 1000 euro.
Condono fiscale: ecco gli sconti al vaglio del governo
Dovesse passare la proposta, la rottamazione dei debiti cui starebbero lavorando i tecnici di governo dovrebbe basarsi su un meccanismo di sconti inversamente proporzionale agli importi dovuti. In pratica, minore è il debito col Fisco, maggiore sarà lo sconto.
Stando a quello che è emerso, la rottamazione 2023 dovrebbe:
- condonare le cartelle di importo pari o minore a mille euro (per cui nulla sarebbe più dovuto in questi casi);
- introdurre un sistema di rateizzazione automatica per 10 anni delle cartelle di importo superiore ai 1,000,00 euro, con il versamento di una maggiorazione del 5% al posto di interessi e sanzioni;
- prevedere il pagamento dell’importo totale con calcolo di una sanzione forfettaria del 5% e rateizzazione automatica in 5 anni solo per somme superiori a determinati importi.
Altra ipotesi al vaglio è di estendere la rateizzazione in 10 anni a tutti quei casi di mancato pagamento delle imposte per cui non sono state ancora inviate cartelle. Lo stesso potrebbe valere per omesso pagamento non riscontrato o accertato dall’Agenzia delle Entrate.
Debiti col Fisco: come regolarizzare la propria posizione dopo aver ricevuto una cartella di pagamento
Ricordiamo che una cartella di pagamento è l’atto che l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia) invia ai contribuenti al fine di recuperare i crediti vantati dagli enti impositori (Agenzia delle Entrate, Inps, Comuni, ecc.).
Al suo interno troviamo:
- la descrizione delle somme dovute all’ente creditore; l’invito a provvedere al pagamento entro i termini definiti (60 giorni) dalla data di notifica;
- le informazioni sulle modalità di pagamento (dove, come);
- le istruzioni per richiedere la rateizzazione, la sospensione o proporre ricorso.
A oggi, senza alcun condono fiscale ancora approvato, dopo aver ricevuto la cartella è possibile:
- effettuare il versamento delle somme dovute, anche a rate, ai sensi dell’art.19 del DPR 602/73, con una differenziazione per debiti inferiori o superiori a 120 mila euro;
- intraprendere la strada del contenzioso, presentando ricorso al giudice competente.
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Quando si riceve una cartella esattoriale, soprattutto se questa è superiore a 100 mila euro, la cosa più sbagliata è decidere di pagarla o, ancora peggio, dimenticarsene e far finta che non esista.
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Ad annunciarlo è il Sottosegretario all’Economia: «Stiamo scrivendo la “Pace Fiscale 2“». A Sky Tg24 Economia, Massimo Bitonci esprime questa intenzione alla luce degli esiti del decreto fiscale dell’anno scorso: 38 miliardi di cartelle lavorate, 21 miliardi di incassi previsti e 1 milione e 700 mila adesioni. Dati che hanno spinto Bitonci e il viceministro Garavaglia ad annunciarne una possibile riedizione nella prossima manovra, con un decreto collegato alla Legge di Bilancio.
Non si tratta forse di un annuncio un po’ prematuro, per non dire avventato? Imprenditori e professionisti potrebbero infatti scegliere di non aderire più alla Rottamazione Ter e/o non pagare le cartelle esattoriali in attesa della nuova Pace Fiscale. A quel punto, quali potrebbero essere le conseguenze? Ripensando a ciò che è successo lo scorso anno, possiamo immaginare due possibili effetti:
- lo Stato vedrebbe diminuire il gettito fiscale per il calo delle adesioni alla Rottamazione Ter e il mancato pagamento delle cartelle esattoriali
- i contribuenti rischierebbero uno “tsunami” di atti esecutivi per il mancato pagamento delle tasse
Ma vediamo quali sono le novità della “Pace Fiscale 2” preannunciate da Bitonci.
Saldo e Stralcio per le imprese
Innanzitutto, la “Pace Fiscale 2” amplierà il cosiddetto Saldo e Stralcio anche alle imprese in difficoltà. Sino ad ora, infatti, il provvedimento era riservato alle sole persone fisiche con Isee non superiore a 20 mila euro. Il Governo dovrà, pertanto, definire i parametri di adesione e trovare un indicatore analogo all’Isee da applicare alle imprese.
Sanatoria per ridurre i contenziosi con il Fisco
Altra novità “in cantiere” è rappresentata dalle nuove norme per porre fine ai contenziosi con il fisco. In particolare, per risolvere il problema delle numerose cartelle di pagamento impugnate, si parla di uno sconto in cambio della rinuncia al giudizio. Lo sconto sarà direttamente proporzionale alla probabilità che il contribuente possa vincere la causa.
Nonostante l’annunciata “Pace Fiscale 2”, restiamo in attesa dei numeri ufficiali di questa edizione dopo il 31 luglio. Ma, soprattutto, aspettiamo di conoscere gli incassi reali (e non previsti) che lo stato riuscirà a ottenere da Rottamazione Ter e Saldo e Stralcio.
Di certo, con la Rottamazione Ter il debito resta, riducendosi al massimo del 25-30%.
Tuttavia, una verifica delle cartelle esattoriali può evidenziare errori tali da ridurre il debito dal 60 all’80%, arrivando sino all’annullamento al 100%. Sono le sentenze dei Giudici italiani a dirlo.
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