Il “superbollo” giustifica l’applicazione del “redditometro”
Dopo tanto impegno e fatica sei riuscito, finalmente, ad acquistare l’auto dei tuoi sogni?
Purtroppo, “non è tutto oro quello che luccica”.
Infatti, se il nuovo acquisto ti impone di pagare il c.d. “superbollo” – previsto nel caso di veicolo con potenza superiore ai 252 CV – potresti essere sottoposto a controllo da parte del Fisco.
In questi casi, l’Agenzia delle Entrate valuterà se il reddito che hai dichiarato sia o meno compatibile con le spese che hai sostenuto per acquistare e, soprattutto, per gestire e mantenere l’auto “di lusso”….e non solo.
Infatti, tale controllo comprenderà tutti i beni di cui sei intestatario, per accertare se il reddito “dichiarato” sia inferiore a quello minimo “presunto” dal Fisco, calcolato attraverso determinati coefficienti matematici (c.d. redditometro).
Si tratta di un accertamento molto complesso che impone la notificazione preventiva di un “invito a comparire” che consente al contribuente di difendersi in via anticipata (art. 38, comma 7, del D.P.R. n. 600/1973).
Voglio ricordarti che sono molteplici le vie d’uscita da tale tipologia di contestazioni.
Bisogna “solo” essere in grado di scegliere quella giusta!
E’ fondamentale, pertanto, farsi affiancare da un professionista specializzato che, nella migliore delle ipotesi, riuscirà a convincere l’Agenzia delle entrate a non emettere l’avviso di accertamento.
Se hai un Debito, scegli la strategia vincente per uscirne
Portarsi dietro un debito fiscale rappresenta una zavorra per la tua impresa e mette a rischio anche il tuo patrimonio personale.
Oggi tornare a essere un imprenditore libero si può. Secondo il report 2022 del Ministero dell’economia e delle Finanze 1 volta su 2 il contribuente batte il fisco in giudizio, riuscendo così a ridurre, fino a eliminare, il proprio debito con il fisco.
Affidarsi a un professionista esperto in contenzioso tributario o per rottamare il proprio Debito, si rivela uno strumento efficace e risolutivo.
E nel caso di una crisi aziendale, ricorda che oggi hai a disposizione molti strumenti giuridici, da poco rinnovati e modificati, che a seguito dell’impugnazione del debito, quando maggiore di 100, 200 o 500mila euro, consentiranno di gettarti la paura alle spalle e ripartire con rinnovato slancio.
Il concordato preventivo (approfondisci qui questo aspetto) o ancor meglio gli accordi di ristrutturazione del debito con transazione fiscale – istituti non nuovi, ma oggi aggiornati e resi molto più favorevoli per l’imprenditore che li utilizza in caso di crisi d’impresa – sono il vero saldo e stralcio per le aziende perché possono ridurre il debito fino al 70-80% pagando il restante 20-30% in quattro o cinque anni.
CFI – Crisi Fiscale d’Impresa mette a disposizione il suo team di esperti proprio per aiutarti a trovare la miglior strategia per ottenere il massimo risultato.
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