Definizione Agevolata delle liti pendenti: termini, opportunità e imprenditori coinvolti

articolo a cura di:
Giovanni Perilli
Giovanni Perilli

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Definizione Agevolata liti pendenti

Definizione Agevolata delle liti pendenti: termini, opportunità e imprenditori coinvolti

Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio (L. 197/2022) la Definizione Agevolata delle liti pendenti rappresenta sicuramente  un importante strumento per definire in maniera alternativa il debito con Agenzia Entrate. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. La Definizione Agevolata delle liti pendenti, regolata dall’ art. 1 commi da 186 a 202 della Legge 197/2022, consente di pagare le somme dovute in caso di controversie tributarie pendenti al 1° gennaio 2023 in ogni stato e grado del giudizio in cui è parte l’Agenzia delle entrate o l’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Il pagamento sarà rappresentato da percentuali differenti, a seconda dello stato della controversia e della soccombenza o meno da parte dell’Amministrazione finanziaria  nell’ambito del giudizio.

Inoltre, l’Art. 20 del Dl n. 34/2023 (il c.d. decreto “Bollette”) ha posticipato dal 30 giugno al prossimo 30 settembre sia il termine per presentare la domanda sia la scadenza per versare gli importi dovuti.

E’ stata concessa altresì la possibilità di versare gli importi dovuti in un numero massimo di 54 rate.

Ma quali sono le liti pendenti e quanto si paga?

In base alla normativa si considerano pendenti le liti il cui atto introduttivo del giudizio in primo grado sia stato notificato alla controparte entro il 1° gennaio 2023 e per le quali, alla data di presentazione della domanda, il processo non si sia concluso con pronuncia definitiva.

Entro il 30 settembre 2023, in base alla nuova proroga, deve essere presentata all’Agenzia in via telematica una distinta domanda di definizione per ciascuna lite fiscale autonoma, ossia relativa al singolo atto impugnato, all’Agenzia delle entrate. L’istanza è esente dall’imposta di bollo.

Il beneficio può variare a seconda dello stato e grado del procedimento. Vediamo qualche esempio in breve:

  • Sarà dovuto un importo corrispondente al 100 per cento del valore della controversia nei casi in cui  l’Agenzia fiscale è risultata vincitrice nell’ultima o unica pronuncia giurisdizionale non cautelare depositata al 1° gennaio 2023;

  • 90 per cento del valore della controversia nel caso in cui il contribuente, alla data del 1° gennaio 2023, si sia già costituito in giudizio attraverso il deposito o la trasmissione del ricorso alla segreteria della Corte di giustizia tributaria di primo grado, ma, alla stessa data, la Corte di giustizia tributaria non abbia ancora depositato una pronuncia giurisdizionale non cautelare.

  • il 40 per cento del valore della controversia, in caso di soccombenza di ADE nella pronuncia di primo grado;

  •  il 15 per cento del valore della controversia, in caso di soccombenza di ADE nella pronuncia di secondo grado.

  • Per le controversie tributarie pendenti innanzi alla Corte di cassazione, per le quali l’Agenzia risulti soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio, il contribuente deve pagare un importo pari al 5 per cento del valore della controversia.

Definizione Agevolata delle liti pendenti: scadenze e versamenti rateali

Come dicevamo, la modalità  di adesione e i termini di pagamento sono stati “ridefiniti” con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate dello scorso 5 luglio sulla scorta delle modifiche introdotte dal decreto “Bollette” (articolo 20 del Dl n. 34/2023). Il Decreto non solo ha posticipato al 30 settembre i termini per l’adesione, ma ha introdotto, dopo il pagamento delle prime tre rate, in alternativa alla rateazione trimestrale, la possibilità di versare le somme in cinquantuno rate mensili a decorrere da gennaio 2024. Il calendario dei versamenti delle prime tre rate è stato quindi così modificato:

  • 1’ rata 30 settembre 2023

  • 2’ rata 31 ottobre 2023

  • 3’ rata 20 dicembre 2023.

La somma può essere suddivisa in più quote laddove sia superiore a mille euro. In particolare, la dilazione è ammessa fino a un massimo di 20 rate di pari importo con una rateizzazione trimestrale per le rate successive alle prime 3. 

In altre parole, dopo il pagamento delle prime tre rate, le 17 rate residue andranno versate entro il 31 marzo, il 30 giugno, il 30 settembre e il 20 dicembre di ciascun anno.

Diversamente, sempre dopo aver versato le prime 3 quote, è possibile dilazionare in 51 mensilità, a partire da gennaio 2024 (per un totale di 54 rate). In questo caso le 51 rate rimaste dovranno essere pagate l’ultimo giorno lavorativo di ciascun mese, a decorrere da gennaio 2024. Unica eccezione per Dicembre, mese in cui il termine di versamento scatterà il 20 del mese.

Per le rate successive alla prima sono dovuti gli interessi legali a partire dal giorno di pagamento della prima rata.

Definizione Agevolata delle liti pendenti: presentazione telematica della domanda

Come indicato sul sito della stessa Agenzia delle Entrate, la presentazione può avvenire solo in via telematica, direttamente dai contribuenti abilitati a Entratel o Fisconline o tramite i soggetti incaricati (DPR n. 322/1998).

I soggetti incaricati della trasmissione telematica dovranno rilasciare all’interessato una copia cartacea del modello predisposto telematicamente, nonché copia dell’attestazione dell’avvenuto ricevimento dell’istanza da parte dell’Agenzia delle entrate.

Fino al 30 settembre 2023 è possibile inviare le domande per la definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti, compilate mediante il software  “Domanda di definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti”

I file contenenti le istanze da trasmettere devono essere successivamente predisposti con le applicazioni “Entratel” e “File Internet” presenti all’interno della piattaforma “Desktop Telematico” mediante le funzionalità, rispettivamente, “Documenti – Autentica singolo file” e “Documenti – Prepara file”.

Una buona possibilità dunque per risparmiare qualcosa al ricorrere di certe condizioni, ma certamente una soluzione che costringe il contribuente a mettere mani al portafogli e spesso, per un importo quasi pari al debito complessivo. Il tutto in un contesto in cui migliaia di imprenditori, già vessati dalla morsa del Fisco, non hanno liquidità e  risorse necessarie per farvi fronte. Scendere a patti, però lo ricordiamo, non è l’unica soluzione. Per poter valutare la convenienza o meno di tale adesione è sempre bene chiedere il parere di un esperto e far controllare la propria situazione, per comprendere quali siano le effettive chances di buona riuscita nel giudizio o se vi siano soluzioni in grado di farti risparmiare ancora di più. Vuoi scoprire come? rivolgiti a noi per una consulenza e valuteremo insieme la strategia che fa al caso tuo!

Se hai un Debito, scegli la strategia vincente per uscirne 

Portarsi dietro un debito fiscale rappresenta una zavorra per la tua impresa e mette a rischio anche il tuo patrimonio personale. 

Oggi tornare a essere un imprenditore libero si può. Secondo il report 2022 del Ministero dell’economia e delle Finanze 1 volta su 2 il contribuente batte il fisco in giudizio, riuscendo così a ridurre, fino a eliminare, il proprio debito con il fisco. 

Affidarsi a un professionista esperto in contenzioso tributario o per rottamare il proprio Debito, si rivela uno strumento efficace e risolutivo.

E nel caso di una crisi aziendale, ricorda che oggi hai a disposizione molti strumenti giuridici, da poco rinnovati e modificati, che a seguito dell’impugnazione del debito, quando maggiore di 100, 200 o 500mila euro, consentiranno di gettarti la paura alle spalle e ripartire con rinnovato slancio. 

Il concordato preventivo (approfondisci qui questo aspetto) o ancor meglio gli accordi di ristrutturazione del debito con transazione fiscale – istituti non nuovi, ma oggi aggiornati e resi molto più favorevoli per l’imprenditore che li utilizza in caso di crisi d’impresa – sono il vero saldo e stralcio per le aziende perché possono ridurre il debito fino all’80% pagando il restante 20% in quattro i cinque anni. 

CFI – Crisi Fiscale d’Impresa mette a disposizione il suo team di esperti proprio per aiutarti a trovare la miglior strategia per ottenere il massimo risultato. 

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