Debiti fiscali oltre 500 mila euro e crisi d’impresa, un problema enorme per tanti imprenditori.
È inutile usare troppi giri di parole. Il governo che uscirà dalle elezioni del 25 settembre, auguriamoci con larga e omogenea maggioranza, non ha scuse. Il paese si aspetta risposte chiare sulle tante questioni sul tappeto.
Sprechi e burocrazia, serve un giro di vite
Tralasciando settori come sanità, ambiente e sicurezza, soffermiamoci su temi cari agli imprenditori.
Sprechi e burocrazia, innanzitutto. Un macigno che pesa per 250 miliardi e che ormai da decenni rappresenta un freno enorme a crescita e sviluppo.
Poi la pressione fiscale, salita al 67% rispetto agli utili delle imprese, e infine uno stock di debiti della pubblica amministrazione verso fornitori privati che sfiora i 60 miliardi di euro.
Sono gli stessi commercialisti a lanciare il grido di allarme: così non si può andare avanti, le aziende non ce la fanno più.
Una crisi che viene da lontano, due anni di emergenza Covid e adesso i costi per energia e materie prime schizzati alle stelle, facendo impennare l’inflazione che non era così alta dagli anni ‘80.
PMI al collasso, ma il fisco non molla: 5 milioni di cartelle entro la fine dell’anno
Le PMI sono alla canna del gas. Perché il conto da pagare è diventato salatissimo soprattutto per chi si trascina da tempo debiti accumulati con il Fisco.
Lo scenario è drammatico: 1 azienda su 2 è a rischio fallimento perché non è in grado di onorare le scadenze prefissate.
La rottamazione ter, che nel solo 2022 ha messo in fila tre scadenze ravvicinate (fine aprile, fine agosto, novembre, in pratica il 60% dei debiti 2020, 2021 e 2022), si è rivelata un flop con il risultato che centinaia di migliaia di imprenditori sono fuori da qualunque piano di rateizzazione.
Ma l’assalto del fisco non finisce qui. Entro la fine dell’anno Agenzia delle Entrate punta al recupero di oltre 14 miliardi di euro e da settembre a dicembre sono in partenza 5 milioni di cartelle di pagamento.
Una brutta notizia per tanti imprenditori già alle prese con carichi pregressi visto che stiamo parlando di nuovi debiti che ricadranno sulla loro testa in un momento particolarmente delicato a causa di tutte le ragioni che abbiamo elencato sopra.
E allora, se hai un debito di oltre 500 mila euro che fare? Arrendersi e gettare la spugna o combattere la battaglia sino in fondo?
Non c’è dubbio che, pur in un contesto come abbiamo visto tutto in salita, il nuovo codice della crisi e dell’insolvenza, entrato in vigore lo scorso 15 luglio, contiene strumenti efficaci e risolutivi.
Le soluzioni per gestire e risolvere i debiti fiscale e la crisi d’impresa ci sono: la transazione fiscale
La transazione fiscale, strumento peraltro aggiornato già nel 2021, è uno di questi.
Non tutti conoscono a fondo un passaggio fondamentale.
E cioè che la transazione con il fisco può essere resa esecutiva dal tribunale anche in caso di parere negativo dell’ente riscossore. Che cosa accadeva prima ? Che l’Agenzia delle Entrate poteva dire no e bocciare l’accordo di fronte al giudice.
Naturalmente, per ottenere l’ok del tribunale è necessario dimostrare la convenienza dell’accordo per le casse dell’erario, che in caso di fallimento incasserebbe meno di quanto proposto.
Esiste poi la possibilità, ancora più conveniente, di ricorrere allo strumento della ristrutturazione del debito in via extragiudiziale e successiva omologa del tribunale.
In entrambi i casi, questo è ciò che conta, è possibile ridurre fino anche dell’80% il Debito Fiscale e Commerciale superiore a 500mila e pagare il restante 20% anche in 4 o 5 anni.
Si tratta di un percorso lungo, è chiaro, fondamentale per un commercialista che vuole “ridurre”, fino a “eliminare”, le proprie responsabilità penali legate a un debito fiscale e commerciale non gestito.
Del resto è quello che CFI Crisi Fiscale d’Impresa – che non a caso per il secondo anno consecutivo è stata inserita da Forbes, la prestigiosa rivista di economia, fra le 100 eccellenze legal in Italia fa da oltre 20 anni: sostenere gli imprenditori nella battaglia con il fisco.
Sapendo che 1 volta su 2 l’imprenditore che decide di ricorrere in giudizio riesce ad annullare totalmente o in parte il suo debito con il fisco (report 2022 del Ministero dell’Economia e delle Finanze).
Il network dei commercialisti CFI, una task force per risolvere debiti fiscali e crisi d’impresa
Dunque gli strumenti ci sono, occorre solo conoscerli e poterli gestire nel modo giusto.
Occorre nuova unità tra commercialisti e imprenditori, chiamati ad approfondire ogni aspetto e, quindi, scegliere la strada migliore per evitare o risolvere la crisi d’impresa.
Sono gli stessi professionisti che oggi avvertono la necessità di dare di più ai loro clienti. Non più e non solo semplici esecutori tributari, ma veri e propri consulenti aziendali in grado di accompagnare l’imprenditore nel suo percorso di crescita e proteggerlo nei momenti difficili.
Il Network dei Commercialisti “Garanti dell’Imprenditore” di CFI Crisi Fiscale d’impresa può contare su professionisti legali che, al loro fianco, possono aiutare concretamente gli imprenditori a gestire e risolvere la crisi fiscale d’impresa.
Network commercialisti CFI, fidelizzare i clienti ed eliminare ogni responsabilità penale
Aderendo al network, ogni commercialista avrà l’opportunità di poter offrire una soluzione per il Contenzioso Tributario con Agenzia delle Entrate e la ex Equitalia, nuove Strategie per Ridurre il Debito Fiscale, Commerciale e Bancario.
“Clienti più fidelizzati e maggiori servizi da offrire – spiega il founder di CFI Crisi Fiscale d’Impresa, Carlo Carmine – si associano anche a un sistema di visibilità fatto di pubblicazioni di articoli personalizzati su magazine come TopAdvisors, e la possibilità di partecipare al format TaxShowLive in onda su BFC Forbes (Canale 511 di Sky).
Questo Network è una vera task force dedicata a risolvere debiti fiscali e crisi d’impresa, che opera al fianco dei commercialisti per dare loro il supporto di cui hanno bisogno”.
“E non è tutto – continua Carlo – risolvere la crisi fiscale d’impresa dei propri clienti porta con sé l’opportunità per il commercialista di ridurre (ed eliminare) le proprie responsabilità anche in ambito penale”.
Arricchiscono il progetto l’accesso a una formazione trasversale in ambiti come la crescita personale, il marketing digitale, il personal branding.
Ma anche il riconoscimento di un sistema di incentivi economici strutturato che include anche l’affiancamento di un Difensore Patrimoniale e la possibilità di offrire i propri servizi all’interno del network stesso.
Puoi ottenere maggiori informazioni sul Network dei Commercialisti “Garanti dell’imprenditore” cliccando qui.