Siamo di fronte ad una crisi fiscale d’impresa senza precedenti.
Crisi fiscale d’impresa senza precedenti: lo certifica anche “Italia Oggi”, che cita un recentissimo studio a cura del Prof. Giulio Andreani, professore di diritto tributario alla Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze di Roma e docente al Master di II livello in “Diritto della crisi delle imprese” presso l’Università “Sapienza” di Roma.
Situazione drammatica, ormai il debito fiscale fuori controllo
L’indagine, compiuta sui bilanci di 60 mila società di capitale italiane, arriva ad una conclusione drammatica.
Un’azienda su cinque, con ricavi annui superiori a 5 milioni di euro, non è in grado di rimborsare i propri debiti.
Un autentico disastro che dimostra ancora una volta che l’enorme magazzino di crediti del fisco – 1100 miliardi di euro secondo una recente stima del numero uno di Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini – risulta in gran parte avariato, in quanto inesigibile.
Delle società messe sotto la lente dal prof. Andreani 10 mila presentano debiti finanziari, tributari e previdenziali sproporzionati rispetto alle proprie capacità di rimborso.
Una stima che potrebbe risultare addirittura in difetto.
Emergenza da affrontare subito, patata bollente per il nuovo Governo
La ricerca, infatti, prende in esami i bilanci societari antecedenti al 2022 e ovviamente non tiene conto di tutti i fattori esterni (aumento del costo del denaro, inflazione alle stelle, esplosione dei costi energetici e delle materie prime) che stanno colpendo in maniera durissima tutto il ciclo produttivo e il settore legato ai servizi.
Non è dunque difficile immaginare che lo stato di insolvenza di queste imprese potrebbe andare sensibilmente peggiorando.
Questa indagine conferma uno studio realizzato da Cerved, società informatica di gestione, elaborazione e distribuzione dei dati camerali, che ha riguardato l’andamento di 618 mila società di capitali, anche con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro.
In questo il risultato era ancora peggiore: 99 mila imprese a rischio default.
Dunque il quadro che si profila per i prossimi mesi è davvero cupo. Sotto le ceneri cova una vera e propria bomba sociale che potrebbe avere ripercussioni devastanti.
Per il nuovo governo è forse l’emergenza numero uno da affrontare.
La ventilata ipotesi di un’autentica pace fiscale – molto più incisiva rispetto alle varie rottamazioni che si sono succedute negli ultimi due anni – potrebbe non essere percorribile a causa dell’altissimo costo per le casse dello Stato.
Per gli imprenditori c’è una via di uscita: tutti i vantaggi della transazione fiscale
È altresì chiaro che non sarà possibile un colpo di spugna o un condono generalizzato. Pertanto, vanno messe in campo soluzioni concrete e praticabili per consentire agli imprenditori di mettersi in regola e far ripartire la propria attività.
Come? Attraverso lo strumento della transazione fiscale all’interno del concordato preventivo.
L’unico modo di risolvere la crisi con la possibilità di ridurre il Debito Fiscale e Commerciale superiore a 500mila euro anche dell’80% e pagare il restante 20% in 4 o 5 anni.
Non è un caso che la nuova transazione fiscale è stata spesso definita come un vero e proprio saldo e stralcio, in grado di assicurare un vantaggio certo sia per lo stesso imprenditore che per l’erario. Questo per due ragioni:
- il fisco può recuperare una parte del credito anziché rischiare di non incassare nulla in caso di chiusura dell’impresa;
- si mantiene la continuità aziendale, dunque senza perdita di posti di lavoro, con l’imprenditore di nuovo libero dal peso del suo debito con il fisco e quindi in grado di tornare di contribuire nuovamente al pagamento delle imposte.
Si tratta di una grande opportunità per l’imprenditore. E oggi lo è ancor di più perché la transazione con il fisco può essere resa esecutiva dal tribunale anche in caso di parere negativo dell’ente riscossore (leggi qui per approfondire).
Un cambio di passo di portata storica perché prima l’Agenzia delle Entrate poteva dire no e bocciare l’accordo di fronte al giudice.
Gestisci e risolvi la crisi fiscale d’impresa, affidati ad esperti professionisti
CFI Crisi Fiscale d’impresa crede fortemente in questo principio: l’imprenditore libero da debiti può tornare ad essere un contribuente sano e responsabile.
Non è un caso che da oltre 20 anni aiuta gli imprenditori a gestire e risolvere la Crisi Fiscale d’Impresa grazie agli Accordi di Ristrutturazione dei Debiti e ai Concordati Preventivi con la Transazione Fiscale.
Una consulenza a 360° che si avvale del Network Commercialisti Garanti dell’imprenditore.
Una grande rete nazionale in grado di affiancare i propri clienti per gestire e ridurre, fino al 100%, gli atti di Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia).
Solo negli ultimi due anni CFI Crisi Fiscale d’Impresa ha aiutato oltre 700 imprenditori a eliminare Inviti a comparire, Avvisi Bonari, Avvisi di Accertamento, Cartelle di Pagamento, Ipoteche e Pignoramenti per importi superiori a 100mila euro.