I trimestre 2022, il MEF conferma: in contenzioso il Fisco si batte 1 volta su 2

articolo a cura di:
Lodovico Poschi
Lodovico Poschi

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Tax Authority fights

Il ricorso al contenzioso tributario si dimostra ancora una volta la soluzione vincente nelle controversie con il Fisco.

I trimestre 2022, nel contenzioso tributario il contribuente batte il Fisco 1 volta su 2

L’ennesima conferma arriva dal report trimestrale elaborato dai tecnici del MEF (il Ministero dell’Economia e delle Finanze) e relativo al periodo gennaio-marzo 2022.

Numeri alla mano, si vede come solo nel 50% dei casi i giudizi sono completamente favorevoli all’ente impositore. Nell’altro 50%, le sentenze sono favorevoli in toto o in parte ai contribuenti, per un controvalore complessivo di quasi 800 milioni di euro.

E’ la conferma di un trend già rilevato negli anni precedenti: il contenzioso tributario funzionale e in giudizio, facendosi assistere da professionisti specializzati, le probabilità di ottenere giustizia di fronte a contestazioni ingiuste e spesso infondate sono molto alte.

I numeri non mentono mai – commenta il presidente di CFI, Carlo Carminee nel caso specifico non fanno che confortare gli sforzi che il nostro team legale, diretto dall’Avvocato Simone Forte, compie giorno dopo giorno per garantire il diritto alla difesa per gli imprenditori aggrediti dal Fisco.

Sappiamo bene quanto possa essere devastante ricevere un avviso di accertamento (leggi qui un caso risolto) o, peggio, un atto di pignoramento del proprio conto corrente o della casa.

Ma nello stesso tempo, deve essere chiaro a tutti che la partita può essere solo all’inizio e che vale sempre la pena giocarla. Meglio se in una squadra forte e con professionisti di altissimo livello come la nostra”.

Aumentano i ricorsi, più 55% rispetto allo stesso periodo del 2021

La relazione del MEF certifica anche come i ricorsi pervenuti nel trimestre gennaio-marzo 2022 nei due gradi di giudizio sono in netto aumento rispetto all’analogo periodo del 2021 (+55,32%).

Eppure, come detto, la percentuale dei ricorsi che in tutto o in parte hanno dato ragione al contribuente è rimasta invariata.

Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate Riscossione sono il bersaglio principale delle nuove liti depositate nel primo trimestre 2022.

Rispetto al 2021, si nota una ripresa del contenzioso tributario verso AdER (+295,07%, pari a +3.349 ricorsi), e verso Agenzia delle Entrate (+251,58%, pari a +5.336 ricorsi). 

E il tributo maggiormente presente nei nuovi ricorsi? E’ sicuramente l’IRPEF, con 8.500 atti impugnati, pari al 18,83% del totale degli atti, seguito dalla ICI/IMU (13,72%) e poi dall’IVA, con 5.810 atti, pari al 12,87%.

Diminuiscono invece le pendenze al 31 marzo 2022 che si attestano a 261.704 unità, registrando una riduzione del 4,13% rispetto al volume presente all’inizio dell’anno e del 16,67% rispetto al 31 marzo 2021.

Si consolida l’utilizzo delle nuove funzionalità digitali per lo svolgimento dell’attività giurisdizionale.

Nel trimestre in esame, il 40,4% delle controversie trattate in udienza è stato discusso da remoto, e il 71,5% delle sentenze e degli altri provvedimenti definitori depositati nel periodo è stato redatto utilizzando il nuovo applicativo di redazione e deposito digitale del provvedimento giurisdizionale.

Questo ha fatto registrare un tempo medio per la redazione e pubblicazione della sentenza pari a 42,3 giorni. Un bel passo in avanti visto che i provvedimenti definitori cartacei depositati nello stesso periodo hanno registrato un tempo medio di 110,9 giorni.

Crescono il contenzioso tributario di società di capitali, il codice della crisi per risolvere la crisi d’impresa

Quasi un quarto dei contenziosi presentati nel primo trimestre 2022 proviene da società di capitali.

E’ un dato significativo, in crescita rispetto al passato e che sta a dimostrare che i nuovi strumenti per la risoluzione della crisi di impresa, che sono già diventati operativi, stanno cominciando a farsi strada.

In particolare, il concordato preventivo con la transazione fiscale troverà sempre più terreno fertile tanto da poter assorbire la stragrande maggioranza degli istituti risanatori del Codice.

Il team sulla crisi di impresa di CFI lavora a stretto contatto col network commercialisti, per poter dare ai clienti il supporto migliore per non sbagliare alcuna mossa (leggi qui come aderire).

E’ questo il momento di fare squadra per cogliere tutte le opportunità che il nuovo codice si porta in dote.

Sapendo anche, però, che un minimo passo falso può costare caro. Ad esempio un vecchio debito di 5 mila euro che nemmeno sapevi di avere ma che, alla luce dei nuovi alert introdotti di recente, rischiano di trascinare l’azienda verso il fallimento.

Questo è il solo motivo per il quale affidarsi a professionisti specializzati è l’unico modo per dormire sonni tranquilli.

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