Casse Professionali: contributi prescritti dopo 5 anni

articolo a cura di:
Giovanni Perilli
Giovanni Perilli

pubblicazione:

contenzioso tributario

Le casse professionali sono ancora al centro di una sentenza di Cassazione. Questa volta parliamo della Cassa Forense il cui ricorso è stato rigettato dalla Suprema Corte!

Il caso è quello di un avvocato alle prese con i contributi non versati alla Cassa Forense dal 1989 al 2000 (e dunque prescritti). La vicenda ha inizio prima della riforma dell’art. 21 della Legge n. 247/2012. La misura prevede che, dal 2014, l’Iscrizione all’Albo Forense faccia scattare in automatico quella all’ente previdenziale. Prima del 2014, l’iscrizione alla Cassa Forense era obbligatoria soltanto al raggiungimento e/o al superamento dei limiti reddituali fissati dall’ente.

Il primo atto interruttivo nei confronti dell’avvocato risale al 1999 per contributi maturati nel 1989 e non dichiarati alla cassa. Tuttavia, ricorrendo oggi, l’ente non poteva non essere a conoscenza della cancellazione dall’Albo avvenuta nel giugno 2000 (e deliberata dalla Cassa Forense stessa). Essendo passati più di 5 anni, il ricorso non quindi è legittimo. Inoltre, l’ultima lettera inviata all’avvocato è datata 7 maggio 2018 e reclama contributi evidentemente prescritti perché risalenti al periodo 1992-2000.

Con questa sentenza la Cassazione mette in guardia i professionisti nei confronti delle “pretese” delle casse professionali: oggi la Legge annulla i contributi non versati per intervenuta prescrizione!

Ma per fare questo, è importante rivolgersi a un avvocato specializzato per verificare il debito e fare ricorso presso il Giudice competente. Noi di CFI Garanti del Contribuente lo facciamo da 15 anni, operando su tutto il territorio nazionale con 104 avvocati e 94 consulenti esperti.  Perché, come ti ricordiamo sempre: i Giudici lo Dicono, Noi ti aiutiamo a Farlo.

Clicca qui e fatti chiamare per maggiori informazioni: è GRATIS!