Ricordate il caos delle delle cartelle esattoriali spedite da un indirizzo di posta certificata di Agenzia delle Entrate Riscossione in realtà non iscritto a nessun registro pubblico delle PEC? Ve ne abbiamo dato conto in un articolo recentemente pubblicato in questo blog (leggi qui).
La notizia di oggi è che AdER ha cercato di metterci una toppa inserendo nei registri pubblici tutti gli indirizzi di PEC che utilizza per l’invio di cartelle esattoriali o di qualunque altro atto di pagamento.Â
Questa decisione del Fisco, che da un lato mette al sicuro la regolarità dell’invio di tutti gli atti che sono partiti successivamente ad essa, non sbroglia il nodo ricorsi per tutte le cartelle esattoriali già inviate.Â
Notifica atti di pagamento da un PEC non ufficiale, come fare ricorso?
Resta dunque il fatto che un gran numero di cartelle esattoriali inviate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrebbero essere annullate in seguito ad un errore che ha del clamoroso.
Quando la toppa è peggio del buco. L’errore dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, a cui è seguita la tardiva correzione di rotta, potrebbe davvero costare l’annullamento di milioni di notifiche di pagamento e di certo non ferma i ricorsi che sono continuati a piovere nelle Corti di Giustizia Tributaria di tutta Italia.Â
Siamo davanti ad un caso clamoroso che farà discutere a lungo, e che conferma la fallibilità del Fisco.Â
Invio cartelle esattoriali, la giurisprudenza cosa dice ?
L’Agenzia delle Entrate ha provato a difendersi in ogni sede giudiziale.
Secondo l’Amministrazione Finanziaria, soltanto l’indirizzo del destinatario, per quanto riguarda la PEC, dovrebbe essere inserito nei pubblici elenchi (IPA-Pec, INI-PEC e ReGIndE) e non necessariamente l’indirizzo del mittente.
Quindi, l’Ente della riscossione, in ragione di quanto sopra, sostiene in ogni sede la correttezza del proprio operato e per questo insiste sulla validità ed efficacia delle cartelle di pagamento e delle successive comunicazioni di iscrizione di ipoteca
Molteplici corti di merito, tra cui la Corte di Giustizia Tributaria di II Grado del Piemonte, respingono le istanze dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e si esprimono in senso favorevole verso il contribuente.
Infatti, i giudici piemontesi si sono rifatti al consolidato orientamento giurisprudenziale (Ctp Ferrara sentenza n. 80/2021, Ctp Reggio Calabria sentenza n. 3369/2021, Ctr Lazio sentenza n. 4508/2021, Ctp Roma sentenza n. 11779/2021, Ctp Napoli sentenza n. 5232/2020) secondo cui l’articolo 3-bis della legge n. 53/1994, in materia di notificazioni in ambito processuale di qualunque atto (sia civile, penale, amministrativo, contabile e stragiudiziale) deve essere eseguita esclusivamente utilizzando un indirizzo di posta elettronica certificata del notificante risultante da pubblici elenchi.
Notifiche di atti di pagamento? Affidati sempre ad un professionista specializzato
In realtà non tutte le sentenze espresse dai vari tribunali sono andate in questa direzione.
Una situazione dunque controversa è per niente facile da gestire.Â
Questo dimostra ancora una volta l’importanza di far verificare ad un professionista specializzato qualunque atto tu abbia ricevuto dal Fisco. I vizi di notifica se individuati nei tempi utili per ricorrere al contenzioso, possono portare all’annullamento totale del debito verso il Fisco.Â
Come nel caso di un imprenditore umbro che è riuscito a farsi annullare ben 71 cartelle esattoriali per un totale di 1,4 milioni di euro.
In questa situazione, CFI Crisi Fiscale d’Impresa può aiutarti a Gestire e Risolvere le tue posizioni debitorie con l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia), fino ad annullare avvisi bonari, avvisi di accertamento, cartelle di pagamento, ipoteche e pignoramenti del Fisco.Â
Per questo motivo se anche tu vuoi essere affiancato da un team specializzato per Risolvere il tuo debito con il Fisco di almeno 100mila euro, noi possiamo aiutarti.
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