Se hai chiuso il bilancio in perdita, molto probabilmente non dovrai pagare tasse al Fisco.
Di regola, infatti, il reddito tassabile dipende proprio dal risultato positivo o negativo (utile o perdita) del bilancio.
Ma non è sempre così!
La normativa tributaria impone all’imprenditore di apportare delle “variazioni” che aumentano l’utile o diminuiscono la perdita, fino ad azzerarla, con conseguente incremento delle imposte da pagare.
Un eventuale errore commesso dall’imprenditore potrebbe, pertanto, far scattare l’accertamento fiscale.
L’esempio tipico riguarda alcune tipologie di costi/spese: anche se hanno azzerato l’utile e portato il bilancio “in perdita”, non sono considerate “fiscalmente deducibili” e, quindi, generano un reddito tassabile.
Le disposizioni che limitano la deducibilità dei costi
Se operi nel settore immobiliare conoscerai, ad esempio, le numerose disposizioni che limitano la deducibilità dei costi, primo tra tutti quello sostenuto per l’Imu.
Che era solo parzialmente deducibile nell’anno 2019 per gli immobili esclusivamente strumentali e completamente indeducibile per quelli “patrimonio” e ad uso promiscuo.
Non fidarti “ciecamente” del risultato del bilancio, in quanto il Fisco potrebbe farti “aprire gli occhi” e “trasformare” una perdita in un reddito tassabile, applicando sanzioni e interessi.
Ti lascio, comunque, con una grande speranza: il più delle volte anche l’Agenzia delle Entrate cade in errore.
Bisogna solo capirlo velocemente con l’indispensabile aiuto di un professionista specializzato che ti illumini la strada.
In questo modo potrai impostare la migliore strategia difensiva al fine di chiedere l’annullamento, totale o parziale, della pretesa dell’Erario.
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