Avviso di accertamento: termina la tregua dell’Agenzia delle Entrate
L’attività di riscossione dell’Agenzia delle Entrate è ripresa a pieno ritmo dopo la pausa estiva, e sono tantissime le notifiche di atti ricevute da aziende e imprenditori.
Inoltre, è terminata anche la lunga tregua iniziata con l’emergenza Covid, e per il Corriere della Sera si prevede che entro fine anno oltre il 70% delle cartelle sospese durante la pandemia saranno notificate.
A tal punto è fondamentale comprendere che se sei un imprenditore, oggi più che mai, sei a rischio “notifica” da parte del Fisco.
Per questo motivo, se hai un debito fiscale non gestito o se hai già ricevuto un atto, quale ad esempio un avviso di accertamento, ti consiglio di leggere questo articolo perché potrai scoprire come gestirlo e risolverlo in modo concreto.
Ti spiegherò, nello specifico, dapprima cos’è un avviso di accertamento e, successivamente, come un imprenditore come te lo ha risolto affidando la sua gestione a noi di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa.
Anche tu sei in una situazione del genere e hai ricevuto un avviso di accertamento?
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Cos’è l’avviso di accertamento?
Tra i sistemi di controllo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sull’attività degli imprenditori italiani, esiste l’avviso di accertamento.
Questo costituisce l’atto con cui viene formalizzata la conclusione di una indagine svolta da parte della stessa Agenzia delle Entrate (e talvolta la Guardia di Finanza) verso il soggetto che l’ha ricevuto.
Parliamo di un atto di natura amministrativa e tributaria con la quale si richiede all’imprenditore il pagamento delle imposte, della sanzione e degli interessi maturati.
Chi può ricevere un avviso di accertamento?
In seguito ad un’indagine o ad un controllo fiscale, l’avviso di accertamento può essere emesso verso una persona fisica o un’azienda tramite tre canali diversi:
- un ufficiale giudiziario presso la sede legale della tua azienda
- una raccomandata A/R (con ricevuta di ritorno)
- una PEC.
La storia di Luca: come annullare un avviso di accertamento
Un caso che abbiamo seguito e risolto è quello di Luca, un imprenditore che a seguito di un’ispezione della Guardia di Finanza nella sua società, si era rifiutato di esibire la contabilità.
L’Agenzia delle Entrate, dunque, aveva determinato il reddito della sua impresa, per il periodo d’imposta 2013, sulla base di presunzioni.
Luca si è visto attribuire per l’anno in questione un maggior reddito pari a 300 mila euro. Questo ha portato ad una rideterminazione maggiore delle imposte, oltre a sanzioni e interessi.
Naturalmente, il Fisco è obbligato a riportare gli elementi presuntivi utilizzati a sostegno della sua pretesa nella motivazione dell’avviso di accertamento.
Questo proprio per consentire al contribuente di comprendere la logica seguita dall’ufficio.
Nel caso di Luca i criteri utilizzati sono risultati in parte illogici, il che ci ha permesso di andare in giudizio e ottenere l’annullamento della pretesa del Fisco.
Avvisi di accertamento: noi possiamo aiutarti
Se anche tu hai ricevuto un avviso di accertamento è opportuno analizzarlo con molta attenzione prima di effettuare qualsiasi azione.
Infatti quando ricevi la notifica di un avviso di accertamento, hai davanti a te diverse possibilità:
- Pagare tutto quanto richiesto e usufruire uno sconto pari a ⅔ delle sanzioni
- Presentare un’istanza di autotutela tributaria: uno strumento utile quando ci sono errori evidenti da parte dell’ufficio
- Coinvolgere un Difensore Patrimoniale, figura di spicco nella consulenza sulla gestione del debito fiscale e tributario introdotta da CFI – Crisi Fiscale d’Impresa, a supporto delle aziende in presenza di violazioni dei diritti dello statuto del diritti del contribuente
- Contestare l’intero importo richiesto nell’atto attraverso un ricorso tributario
- Trovare un accordo con il fisco attivando la procedura di accertamento con adesione.
Come vedi ci sono diversi strumenti per respingere o quantomeno mitigare le pretese avanzate dal fisco con un avviso di accertamento, e tutti prevedono una gestione strategica dell’atto.
Con il Fisco non si scherza, lo sai bene, per questo serve necessariamente che ogni imprenditore sia affiancato da un professionista specializzato.
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Da oltre 20 anni aiutiamo gli imprenditori a Gestire e Risolvere le proprie posizioni debitorie con l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia), fino ad annullare avvisi bonari, avvisi di accertamento, cartelle di pagamento, ipoteche e pignoramenti del Fisco.
P.S. Hai pochi giorni di tempo dalla data di ricezione dell’avviso di accertamento per annullare la richiesta del Fisco. Se hai ricevuto un avviso di accertamento e sei ancora in tempo, clicca subito qui per essere ricontattato in meno di 1 ora