Annullamento cartella esattoriale: come fare
Negli ultimi mesi l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha rafforzato le operazioni di controllo e l’invio di notifiche contenenti intimazioni di pagamento ad imprenditore e aziende italiane.
Per questo motivo se anche tu hai ricevuto un atto da Agenzia delle Entrate Riscossione in cui in alto a destra c’è scritto “intimazione di pagamento” allora non hai un minuto da perdere.
Devi agire con la massima sollecitudine perché in questo caso il Fisco è impietoso e sta per aggredire il tuo patrimonio in modo pesante.
L’intimazione di pagamento, infatti, è l’atto con il quale l’agente riscossore ti sollecita a pagare una determinata somma entro 5 giorni dalla sua ricezione.
Questo, insomma, è il momento di prendere in mano la situazione e affidarti ad un professionista esperto per non sbagliare la prossima mossa.
Come richiedere l’annullamento all’ente creditore
Come sappiamo, l’Agenzia dell’entrate – Riscossione ha il compito di riscuotere, ma la richiesta di pagamento vera e propria arriva agli enti pubblici creditori, quali ad esempio INPS, Agenzia delle Entrate, comuni e altri.
L’annullamento della cartella esattoriale, detto “sgravio”, lo dovrai chiedere direttamente all’ente creditore a cui è riferito il tributo.
Ecco un esempio: se il comune chiede all’Agenzia delle Entrate – Riscossione di riscuotere la tassa sui rifiuti ma tu sei esentato dal pagarla o devi pagare solo una parte, dovrai chiedere al comune di annullare la richiesta o tutto in parte.
La richiesta da rivolgere all’ente si chiama “autotutela”.
Con l’autotutela chiedi all’ente di correggere il proprio errore.
Se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito, invierà all’Agenzia delle Entrate lo “sgravio”, cioè l’ordine di annullare il debito.
L’Agenzia in questo modo cancellerà quel tributo dalla cartella.
Se invece l’Agenzia delle Entrate non riceve dall’ente lo sgravio, è obbligata per legge a procedere con la riscossione.
Non c’è un termine per presentare la domanda, ma il consiglio è quello di agire tempestivamente con la tua strategia difensiva e l’aiuto di un team esperto come quello di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa.
Inoltre, in alcuni casi specifici previsti dalla legge, puoi anche chiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate riscossione la sospensione della cartella e attendere l’esito delle verifiche dell’ente creditore.
Annullamento della cartella esattoriale: come richiedere l’annullamento con ricorso al giudice
Per chiedere di annullare in tutto o in parte il debito presente nella cartella puoi fare ricorso all’autorità giudiziaria competente.
Nel documento che deciderai di impugnare, come ad esempio la cartella, troverai maggiori informazioni su come effettuare il ricorso e a quale giudice inviarlo.
Se il giudice ti darà ragione, ossia accogliendo il ricorso, l’ente dovrà annullare il debito.
Tuttavia capita a volte che l’ente non si adegui alla decisione del giudice.
In questo caso, potrai far valere le tue ragioni ricorrendo direttamente al giudice e iniziare il cosiddetto giudizio “di ottemperanza”.
Si tratta di un ulteriore ricorso per ottenere che l’ente applichi quanto già deciso da altro giudice.
Per segnalare qualsiasi irregolarità riscontrata è possibile comunque rivolgersi al Garante del contribuente con richiesta scritta in carta libera, specificando i propri dati anagrafici ed il codice fiscale.
È possibile richiedere uno sgravio totale o parziale: nel primo caso il tributo viene annullato per intero, nel secondo caso viene annullato solo in parte.
Al provvedimento di sgravio, cioè di annullamento, del tributo dovrà seguire il rimborso, totale o parziale, delle somme somme già eventualmente pagate.
Annullare un intimazione di pagamento con CFI – Crisi Fiscale d’Impresa
L’intimazione di pagamento preoccupa moltissimi imprenditori perché ti intima di saldare tutto il tuo debito in un’unica soluzione entro cinque giorni dalla notifica.
Tuttavia, rappresenta anche il documento che può darti una grande opportunità per gestire e risolvere il tuo debito fiscale con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Ogni volta che l’imprenditore decide di ricorrere in giudizio, oltre il 50% delle volte riesce ad annullare totalmente o parzialmente il proprio debito con il Fisco.
Come vedi l’intimazione di pagamento può trasformarsi dall’incubo peggiore per un imprenditore alla sua più grande opportunità di risolvere i propri debiti con il Fisco.
Tuttavia parliamo di un atto estremamente delicato, e per questo motivo serve necessariamente che ogni imprenditore sia affiancato da un professionista specializzato.
Se hai ricevuto anche tu l’intimazione di pagamento, noi possiamo aiutarti.
Grazie a un Difensore Patrimoniale puoi iniziare a risolvere il tuo debito con il Fisco, se maggiore di 100mila euro.
Da oltre 20 anni aiutiamo gli imprenditori a Risolvere le proprie posizioni debitorie con l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia), fino ad annullare avvisi bonari, avvisi di accertamento, cartelle di pagamento, ipoteche e pignoramenti del Fisco.
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