Gli accordi di ristrutturazione del debito con Transazione Fiscale sono una grande opportunità per gli imprenditori in crisi.
In un contesto di grande incertezza e nel bel mezzo di una crisi internazionale di portata eccezionale, le imprese sono costrette a navigare a vista e pagano un conto sempre più salato.
Quasi il 50% delle PMI è a rischio default e una su cinque non è nelle condizioni di rimborsare i suoi debiti con il fisco.
In questa drammatica situazione il fallimento – che oggi, con il nuovo codice della crisi, viene chiamato “liquidazione giudiziale” – è dietro l’angolo.
Ma l’errore più grande sarebbe quello di credere che non ci sia via d’uscita, la soluzione in realtà esiste sempre.
Oggi la Crisi d’Impresa può essere gestita e risolta in modo assolutamente soddisfacente per l’imprenditore.
Anzi, può addirittura diventare una grande opportunità per gettarsi alle spalle la paura di perdere tutto, compreso il proprio patrimonio personale, anche se si è cercato di fare tutto il possibile per evitarlo.
In questa situazione, la Transazione Fiscale rappresenta oggi lo strumento più innovativo per chiudere con il passato e creare le condizioni per ripartire con rinnovato entusiasmo.
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2 milioni di esposizione debitoria? Con la transazione fiscale ne pagherai 480mila in 5 anni
La soluzione dunque esiste e si chiama, appunto, Transazione Fiscale. L’importante è avere al fianco professionisti esperti in grado di mettere in atto una strategia vincente.
Facciamo un esempio.
Qualche tempo fa un imprenditore si è rivolto a noi disperato; aveva una situazione debitoria complessiva di due milioni di euro. Per evitare la liquidazione e ripartire era necessario un accordo transattivo con i fornitori, verso cui l’esposizione è circa 800.000 euro, e con il Fisco a cui l’imprenditore doveva circa 1.200.000 euro.
Inizialmente abbiamo presentato un ricorso avverso le cartelle esattoriali pendenti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione poi, dopo breve tempo dalla presentazione del ricorso, abbiamo presentato un accordo di ristrutturazione del debito con proposta di transazione fiscale per ridurre il debito con l’Erario dell’80% e rateizzare il residuo in 4/5 anni.
Alla fine, l’imprenditore ha versato ai fornitori una somma di 240mila euro (con uno sconto di ben 560 mila) e al fisco 240.000 risparmiando la cifra monster di 960 mila euro.
Pertanto, da una debitoria di 2 milioni di euro complessivi l’imprenditore pagherà, in 5 anni, appena 480mila euro.
Ecco una vera e propria strategia vincente: cogliere tutte le migliori opportunità per ottenere il massimo risultato: in questo caso, l’opportunità è stata quella di sfruttare una novità del nostro ordinamento rappresentato proprio dai “nuovi” accordi di ristrutturazione dei debiti con al loro interno una proposta di Transazione Fiscale, rendendo il tutto ancora più favorevole per l’imprenditore.
In sintesi. La transazione fiscale consente di ridurre il Debito Fiscale, anche superiore a 500mila euro, dell’80% e pagare il restante 20% in 4 o 5 anni, lasciando ampi margini di trattative con eventuali creditori privati e tornando così, alla fine del nostro percorso, ad essere un imprenditore libero e (soprattutto) un contribuente sano.
Accordi di ristrutturazione del debito con transazione fiscale
Una vera rivoluzione messa in atto dal Legislatore perché consente di valutare il proprio debito come un’opportunità di risanamento.
Alternativamente al Concordato Preventivo, che abbiamo già affrontato in un articolo precedente (leggi qui), la Transazione Fiscale si può presentare anche all’interno degli accordi di ristrutturazione del debito, come disciplinati dall’art. 182-bis della vecchia L.F. (oggi art. 57 e 63 del C.C.I.I.)
Questo strumento permette all’imprenditore in stato di crisi di concordare con i creditori, purché rappresentanti almeno il 60% del totale, le modalità attraverso le quali riportare l’attività aziendale a una condizione di normalità.
Diversamente dal concordato, l’intesa eventualmente raggiunta non può valere anche per i creditori non aderenti, che devono essere soddisfatti in maniera integrale.
Una volta perfezionato l’accordo con i creditori, l’imprenditore deve depositare la documentazione necessaria e chiederne l’omologazione al Tribunale.
Anche in questo caso la domanda di omologa deve essere corredata dall’attestazione di un professionista che attesti la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità dell’accordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori estranei.
Addio assenso del fisco, ora se ne può fare anche a meno
Come per il Concordato Preventivo, dalla fine del 2020 anche per gli accordi di ristrutturazione del debito si applicano le modifiche apportate dal legislatore in base alle quali il Tribunale possa omologare l’accordo anche in caso di “mancanza di adesione” da parte dell’Amministrazione finanziaria quando l’adesione è decisiva ai fini del raggiungimento della percentuale minima di consensi.
Il Fisco e gli enti interessati hanno 90 giorni per comunicare la propria adesione alla proposta, decorsi inutilmente i quali si potrà richiedere l’omologazione forzosa della transazione (art. 20, co.1, lett. b, del D. lgs.118/2021).
Anche in questo caso il Tribunale dovrà valutare, sulla base delle risultanze della relazione del professionista attestatore, se la proposta di soddisfacimento dei crediti dell’amministrazione sia maggiormente conveniente rispetto all’alternativa liquidatoria.
L’importanza del professionista nella gestione della transazione fiscale
Come abbiamo visto la Transazione Fiscale è una straordinaria opportunità per dare una soluzione risolutiva alla crisi fiscale e commerciale d’impresa, evitando la liquidazione e garantendo la continuità aziendale e il conseguente mantenimento dei posti di lavoro (continuità peraltro, possibile anche in forma “indiretta”, ovvero con cessione integrale o di un ramo d’azienda).
Ma affinché questa procedura abbia successo è molto importante tenere in grande considerazione la figura del professionista, chiamato ad assolvere al ruolo di attestatore che certifica la veridicità dei dati aziendali e l’attuabilità dell’accordo.
L’attestazione assume, infatti, la funzione di strumento di garanzia a favore dei creditori, soprattutto se estranei al piano di risanamento.
Dunque, il lavoro del professionista risulta determinante per garantire credibilità agli impegni assunti dal debitore che devono essere finalizzati al riequilibrio della situazione economico-finanziaria e, sostanzialmente, al risanamento dell’impresa.
Ecco perché, quando il piano presentato ha le carte in regola, oggi il Tribunale può decidere di omologare l’accordo di ristrutturazione (e il concordato preventivo se si è scelto di percorrere questa strada) anche in mancanza, rispettivamente, del voto o dell’adesione dell’Amministrazione finanziaria.
Come avrai capito, la Transazione Fiscale è uno strumento flessibile e innovativo, ma anche estremamente complesso da gestire.
Per questo motivo è fondamentale non sbagliare alcuna mossa e mettersi nelle mani di professionisti competenti e di grande esperienza.
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